Categoria: Approfondimenti

  • Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Indicazioni generali sui momenti migliori in cui assumere gli integratori durante la giornata

    L’integrazione con sostanze nutrizionali può variare in base alle fasi della vita (crescita, maturità, invecchiamento), all’alternarsi delle stagioni, alle situazioni particolari (gravidanza, allattamento, attività sportiva, condizioni di stress,). Per tale motivo l’integrazione andrà adattata alle esigenze personali. Per le modalità di somministrazione è consigliabile somministrare gli integratori nei momenti più opportuni.

    Al risveglio

    È il momento indicato per assumere i preparati che favoriscono la depurazione e il drenaggio dei liquidi, che stimolano l’attività intestinale, ma anche quelli con azione tonica e stimolante, che migliorano l’umore o favoriscono la concentrazione e la memoria.

    Prima di coricarsi

    È il momento degli integratori che favoriscono l’addormentamento e che contribuiscono a prevenire i risvegli ripetuti e migliorare il ritmo sonno-veglia. Sono anche indicati gli integratori alimentari alcalini impiegati per l’equilibrio acido-base nei casi di tendenza all’acidificazione dei tessuti.

    Prima dei pasti (10-15 minuti prima)

    Tutti gli integratori a base di principi attivi amari o che favoriscono il processo digestivo o che hanno proprietà per il controllo dell’acidità gastrica, così come quelli con attività rimineralizzante, vanno somministrati dai 10 ai 20 minuti prima del pasto. La stessa indicazione riguarda gli integratori a base di sali inorganici singoli e complessi.

    Durante e dopo i pasti

    Assumere gli integratori vitaminici a stomaco vuoto non è una buona idea, soprattutto in alcuni soggetti sensibili. In ogni caso le vitamine liposolubili, come la vitamina D, vengono assorbite meglio se si assumono durante i pasti principali, insieme a cibi grassi o oleosi, o semplicemente con un pezzo di pane. Dopo i pasti vanno assunti anche gli integratori utilizzati in caso di meteorismo addominale, o gli integratori per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.

    Lontano dai pasti (mezz’ora prima e due ore dopo)

    Vanno assunti gli integratori alimentari che migliorano il tono generale, il livello energetico e le funzioni cognitive, i preparati indicati per assicurare la funzionalità del fegato, i prodotti per la funzionalità delle vie aeree e quelli che facilitano la normalizzazione del ciclo mestruale.

    Inoltre si consiglia di assumere gli integratori ricchi di tannini lontano dai pasti, per evitare l’inibizione degli enzimi digestivi e l’interferenza nell’assorbimento dei nutrienti.

    Sempre lontano dai pasti vanno somministrati gli aminoacidi essenziali a supporto del tono e del trofismo muscolare. In caso di disturbi gastrici si può consigliare di frazionare la dose distribuendola nel corso della giornata, come nel caso della vitamina C.1

    Al bisogno

    Alcuni integratori possono essere assunti al bisogno, come quelli per ridurre la tensione, le alterazioni dell’umore, il nervosismo, soprattutto in condizioni di stress. Nelle manifestazioni acute, come nei disturbi da raffreddamento, è consigliabile una frequenza di assunzione ravvicinata, in particolare dei sali inorganici singoli o complessi, riducendo gradualmente in base alla risposta ottenuta.2


    1 Higdon J. Vitamine e minerali. Guida clinica. Tecniche Nuove, 2007.

    2 Lauer L. New Era Tissutali Singoli e Complessi. MAG Editore, 2015.

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  • Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Supportare le difese naturali dell’organismo in inverno

    È soprattutto durante la stagione invernale che sono più frequenti i disturbi delle vie aeree, in quanto il freddo, l’umidità, il maggior tasso di inquinamento, riducono la motilità delle ciglia che rivestono i bronchi, rallentando o bloccando il deflusso delle secrezioni all’esterno.

    La prevenzione

    “Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità”. L’affermazione tratta dall’opera di Sun Tzu, L’arte della guerra, ci ricorda che, anche in medicina, la prevenzione è la strategia più importante per mantenere l’integrità del nostro organismo.

    Dovremmo preoccuparci dunque di costruire innanzitutto una solida difesa contro le aggressioni esterne, adottando uno stile di vita sano e misure protettive adeguate per i soggetti fragili, defedati; ma anche i soggetti sani possono diventare facile preda di affezioni alle vie respiratorie. Per tali ragioni è necessario adottare strategie che supportino le funzioni del nostro sistema immunitario.

    I sistemi di difesa

    Se il nostro apparato respiratorio fosse privo di meccanismi per rimuovere e neutralizzare le particelle e i germi presenti nell’aria che respiriamo, i polmoni sarebbero costantemente esposti al rischio di invasione.

    Il principale sistema di difesa localizzato a livello dei bronchi garantisce la purificazione di gas, vapori, fumo e particelle mediante il sistema muco-ciliare e il riflesso della tosse. Il muco, sostanza viscosa secreta dalle ghiandole mucose e dalle cellule caliciformi presenti tra le cellule di rivestimento dei bronchi, lubrifica e protegge le superfici mucose, sequestrando ed eliminando particelle e germi pericolosi per la salute.1

    Gli integratori

    Alcuni integratori alimentari a base di estratti vegetali possono rappresentare un valido supporto per mantenere la funzione delle difese naturali e proteggere le vie aeree, contribuendo a prevenire i disturbi da raffreddamento.

    In particolare il sambuco è raccomandato già da Galeno per la funzionalità delle vie respiratorie e la fluidità delle secrezioni bronchiali. I suoi frutti sono ricchi di tannini, acidi organici, flavonoidi e vitamine (A, B2, acido folico, C). Le antocianine, che conferiscono la caratteristica colorazione nero-violacea alle bacche, sono dotate di proprietà antiossidanti che risultano utili per contrastare lo stress ossidativo. Grazie alla sua ricchezza in vitamina C, zinco, antocianine e alcune lectine, protegge le cellule dall’aggressione degli agenti esterni.2


    1 Kageyama T. et al., Physiological and immunological barriers in lung. Semin Immunopatol. 2024 Jan;45(4-6):533-547.

    Mlynarczyk K. et al., Bioactive properties of Sambucus nigra: as a functional ingredient for food and pharmaceutical industry. J Funct Foods. 2018 Jan;40:377-390.

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  • Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Un approccio integrato per preservare massa e forza muscolare nella terza età

    Una vita lunga e in salute è favorita da un insieme di fattori genetici, familiari, comportamentali, culturali e sociali, e gli stili di vita giocano un ruolo fondamentale. Anche se il codice genetico può svolgere un ruolo positivo nei confronti della durata della vita, sono infatti soprattutto le scelte individuali a condizionare la piena valorizzazione del potenziale biologico di ciascuno.

    Fragilità

    La fisiologia dell’uomo mette in evidenza che già dopo i 30 anni inizia lentamente una flessione della capacità funzionale di gran parte degli organi e apparati dell’organismo: iniziano a ridursi la massa muscolare, la resistenza allo sforzo, l’efficienza del metabolismo, la solidità delle ossa, il livello di difesa immunitario nei confronti delle aggressioni esterne la forza di contrazione del cuore, la biodiversità del microbiota, la capacità di filtrazione glomerulare, l’abilità di far fronte a condizioni di stress e molto altro ancora.

    Si viene in tal modo a creare una condizione di fragilità che favorisce la predisposizione a una maggiore incidenza di alcune patologie e in particolare delle malattie cardiometaboliche, dell’apparato gastrointestinale, del processo artrosico, dell’osteoporosi, del diabete, delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale, delle situazioni di fragilità della donna legate al passaggio dall’età feconda alla menopausa.

    Tra tutte le fragilità, una cattiva gestione della naturale perdita di massa e forza muscolare, può portare all’instaurarsi di sarcopenia.1

    Sarcopenia

    Il termine “sarcopenia” indica la perdita di massa muscolare che si manifesta con l’invecchiamento e comporta la progressiva riduzione della forza muscolare, con la conseguente sensazione di fatica che genera un circolo vizioso legato alla inevitabile riduzione dell’attività motoria che provoca un’ulteriore perdita di massa muscolare.

    Questo circolo vizioso genera il progressivo aggravamento della sarcopenia. In aggiunta, la riduzione della massa e della forza muscolare comporta un maggior rischio di caduta con possibile disabilità conseguente.2

    Raccomandazioni per un invecchiamento attivo

    La prevenzione e la correzione delle manifestazioni del declino funzionale dell’organismo richiedono l’approccio integrato in diverse misure:3

    1. consumare cibi ricchi di energia, scegliendo alimenti freschi e crudi, di stagione, privilegiando verdura, frutta, pesce, assicurando un apporto proteico adeguato;
    2. mantenere un adeguato livello di attività fisica;
    3. tenere allenate le funzioni cognitive, in particolare l’attenzione e la memoria, accettando nuove sfide, idee, esperienze e modi di pensare, non trascurando l’importanza della socializzazione;
    4. assumere sostanze nutraceutiche con effetto favorevole sui meccanismi ossido-riduttivi (ad esempio glutatione e papaia fermentata);
    5. garantire un apporto adeguato di aminoacidi essenziali adeguatamente miscelati.

    Integrazione con aminoacidi essenziali

    Per prevenire e rallentare la condizione di sarcopenia, miscele di aminoacidi essenziali e non essenziali nel giusto rapporto, secondo le indicazioni della World Health Organization (WHO), rappresentano una sorgente indispensabile per la sintesi di proteine di massimo valore biologico che sostengono la massa magra e la funzionalità muscolare, senza produrre scorie azotate.

    Tale supplementazione è consigliata in tutte le situazioni di fragilità, partendo dall’assunto che la sintesi proteica rende possibile qualunque attività del nostro organismo, in particolare in caso di malnutrizione nei periodi di allettamento prolungato, o in situazione di comorbidità e per contrastare in generale la perdita di massa magra.

    Uno studio controllato ha esaminato gli effetti sulla massa magra e sulla funzionalità muscolare, dopo la supplementazione con aminoacidi essenziali (15 g al giorno) in soggetti anziani, durante 10 giorni di allettamento obbligato. La ricerca ha evidenziato la possibilità di preservare la massa e la funzione muscolare con la supplementazione di aminoacidi essenziali.4

    Uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in pazienti ambulatoriali anziani con insufficienza cardiaca cronica ha dimostrato come l’integrazione di aminoacidi essenziali per via orale, insieme alla terapia farmacologica standard, possa aumentare la capacità di esercizio, migliorando la funzione circolatoria e ottimizzando il consumo di ossigeno e dando un vantaggio sul recupero di massa e forza muscolare.5

    La sarcopenia può a sua volta avere ricadute negative sull’efficienza del sistema immunitario con conseguente rischio di infezioni, rallentamento nella guarigione delle ferite e delle ulcere da decubito. Basti considerare che una perdita di massa magra del 40%, come avviene per esempio in soggetti allettati per polmonite, aumenta significativamente il rischio di morte.

    Intervenire con la nutraceutica, attraverso il ricorso a miscele aminoacidiche che combinino aminoacidi essenziali e non essenziali nei giusti rapporti, può migliorare la performance e la qualità della vita anche in soggetti sarcopenici trattati con terapia farmacologica.6

    Stili di vita, abitudini alimentari, attività fisica, adeguatamente associate al ricorso di miscele aminoacidiche, aiutano a rallentare il processo che dalla fragilità porta alla sarcopenia.


    1 Chen X. Et al., Frailty syndrome: an overview. Cln Interv Aging. 2014 Mar 19;9:433-41.

    2 Santilli V. et al., Clinical definition of sarcopenia. Clin Cases Miner Bone Metab. 2014 Sep;11(3):177-80.

    3 Morley JE et al. Nutritional recommendations for the management of sarcopenia. J Am Med Dir Assoc. 2010 Jul;11(6):391-6.

    4 Ferrando AA et al., EAA supplementation to increase nitrogen intake improves muscle function during bed rest in the elderly. Clin Nutr. 2010 Feb;29(1):18-23.
    WHO, Protein and amino acid requirements in human nutrition. United Nations University, Technical Report Series 935, 2002.

    5 Aquilani R, Viglio S, Iadarola P, et al. Oral amino acid supplements improve exercise capacities in elderly patients with chronic heart failure. Am J Cardiol 2008;101:104-10.

    6 Paddon-Jones D, Sheffield-Moore M, Urban RJ, et al. Essential amino acid and carbohydrate supplementation ameliorates muscle protein loss in humans during 28 days bedrest. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:4351-8.

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  • Chef e fermentati, un binomio vincente per entrare nelle abitudini alimentari

    Chef e fermentati, un binomio vincente per entrare nelle abitudini alimentari

    Chef e fermentati, il connubio per ispirare nuove buone abitudini alimentari

    LIFe – Laboratorio Italiano Fermentati presenta 3 ricette a base di cibi fermentati

    Gli alimenti fermentati sono un valido alleato della nostra salute, soprattutto in relazione al nostro microbiota. Oltre ad avere un’influenza diretta sul nostro ecosistema interno, possono modulare le abitudini alimentari delle persone. È infatti facile immaginare come inserire un alimento salutare nell’alimentazione quotidiana possa togliere spazio ad altri alimenti meno benefici se non addirittura da evitare, creando un effetto positivo indiretto. In sintesi, inserire qualcosa di salutare nella dieta porta ad escludere qualcosa che non lo è.

    La quotidianità alimentare è influenzata dalle nuove tendenze culinarie. Molto spesso quindi lo strumento principale per entrare nelle abitudini quotidiane è passare attraverso il mondo della ristorazione, che da sempre è un vettore di cultura e innovazione alimentare.

    Per entrare a far parte del quotidiano con i suoi prodotti, LIFe – Laboratorio Italiano Fermentati, pone da sempre molta attenzione alla collaborazione con istituti e scuole dove si formano i futuri professionisti del mondo del cibo e con Chef fra i più influenti. Costruire ricettari e contenuti divulgativi a fianco di Chef stellati e formatori delle più importanti scuole di cucina del mondo è un’attività fondamentale per essere efficaci nella divulgazione culturale e nell’evoluzione delle attività produttive.

    Per questo LIFe, in occasione di questo Natale ha collaborato con professionisti di alto livello per inserire in un contesto tipicamente italiano, ovvero i pranzi delle festività natalizie, alcune ricette fermentate, contando sul fatto che la bontà dell’alimento sperimentato in questa occasione lo faccia rientrare nelle abitudini quotidiane di una sana e buona alimentazione.

    “Supplì al telefono con la Korea”di Fulvio Vailati Canta docente della scuola di cucina ALMA di Colorno.

    Ingredienti per 4 persone

    • 300g di riso carnaroli
    • 40g di burro
    • 200g di mozzarella
    • 150g di uova intere (3 circa)
    • 50g di parmigiano grattugiato
    • 120g di kimchi di cavolo Orto Fermentato
    • 30 g di gochujang (salsa piccante Koreana)
    • 100 g di pane panko
    • 100 g di farina 00

    Preparazione 

    Versare in una casseruola 500 g di acqua, aggiungere il gochujang e stemperare bene, poi aggiungere il riso e cuocere con un coperchio per circa 10 minuti.

    A cottura avvenuta, il riso avrà assorbito tutta l’acqua. Unire a questo punto il kimchi tritato finemente, il burro, 70 g di uovo, il parmigiano e mescolare bene. Versare in una pirofila e stenderlo in modo uniforme perché si raffreddi velocemente.

    Tagliare la mozzarella a fette, farla asciugare lasciandola scolare su di un setaccio, e poi preparare dei pezzi da circa 20 g ciascuno.

    Prendere il riso freddo e premerlo nelle mani dandogli la forma di un uovo (circa 70/80 g per supplì), introdurre l’indice in una delle due estremità formando un buco, riempirlo con un pezzo di mozzarella, chiudere l’apertura con un po’ di riso. Quindi rotolare il supplì nella farina, poi nell’uovo ed infine nel pane panko. Quando tutti i supplì saranno pronti, friggerli in olio caldo a 170 °C fino a doratura, scolarli e deporli su carta assorbente. Servire immediatamente per avere l’effetto filante.

    “Polentine croccanti, polvere di limoni neri, kecheck, sauerkraut viola e zenzero e alga nori tostata” della Chef vegetale e consulente alimentare Lisa Bozzato.

    Ingredienti per 4 persone

    • 150 g di polenta gialla
    • 1 lt di acqua
    • 10 g di sale grosso
    • 8 palline di kechek (bulgur di frumento fermentato) + 30 g del loro olio
    • 100 g di sauerkraut viola e zenzero Orto Fermentato
    • 2 fogli di alga nori
    • Polvere di limoni neri
    • Olio evo
    • Pepe fresco

    Preparazione

    Scaldare l’acqua, quando è vicina al bollore aggiungere il sale grosso e versare la polenta a pioggia. Cuocere a fuoco basso mescolando spesso per circa 50 minuti. Versare la polenta cotta sul piano inumidito della cucina, coprire con un foglio di carta forno. Con il mattarello stendere la polenta fino allo spessore di 10 mm. Lasciar raffreddare, quindi coppare con dischi da 10 cm. Spennellare di olio evo e infornare in una teglia da forno per circa 20 minuti a 200 gradi, finché i dischi saranno dorati e la superficie croccante. Nel frattempo, lavorare le palline di kechek con 30 g del loro olio, pepe fresco macinato e poca acqua fino ad ottenere una consistenza liscia e cremosa. Inserire in una sac à poche.

    Tagliare l’alga nori a listarelle di circa 40 x 5 mm e tostarle delicatamente in una padella antiaderente facendo molta attenzione a non bruciarla.

    Comporre il piatto con la polenta croccante alla base, una spolverata di limone nero, quindi la crema di kechek, i sauerkraut viola e zenzero e per finire la nori tostata.

    “Assoluto di zucca” di Mattia Trabetti, Chef di Alto Ristorante di Fiorano Modenese.

    Ingredienti per 4 persone

    Semi di zucca fermentati

    • 350g semi di zucca
    • 350g acqua
    • 5g amido di riso
    • 3% sale sul peso totale
    • aromi

    Preparazione

    Bollire l’acqua, aggiungere l’amido di riso. Quando gelifica, togliere dal fuoco e aggiungere gli aromi. Quando il composto è freddo, aggiungere i semi di zucca, porre in una busta sottovuoto e sigillare al 100%. Fermentare a 40 gradi per 15 giorni.

    Ingredienti

    • Zucca violino 1pz
    • Olio di semi di zucca 15g
    • Aceto di lambrusco 10g
    • Semi di zucca 50g
    • Rosmarino 1 rametto
    • Olio e sale a condire

    Preparazione

    Privare la zucca della buccia. Affettare con l’affettatrice la parte superiore allo spessore di 0,5 millimetri. Mettere le sfoglie a marinare nell’aceto di lambrusco. La polpa restante, privarla dei semi e cuocerla a 180° in forno per circa 45 minuti.

    Frullare con il rosmarino fino ad ottenere una crema densa e liscia, condire con olio e sale. Tostare le bucce in forno per 30 minuti, finché non siano ben colorate. Passarle in una pentola, coprire con acqua fredda e portare ad ebollizione lentamente. Cuocere per circa 20 minuti.

    Filtrare e ridurre a glassa, emulsionare con olio ai semi di zucca. Arrostire i semi di zucca in forno a 160° per 8 minuti. Coppare le sfoglie di zucca marinate nell’aceto di lambrusco a forma di stella.

    Il risultato è un piatto realizzato utilizzando tutte le parti della zucca: alla base crema di zucca cotta al forno e rosmarino. Sopra, dei fiori di zucca cruda marinata nell’aceto di riso nero. Semi di zucca tostati e fermentati alternati. Ultimiamo il piatto con un brodo di bucce di zucca tostate e olio ai semi di zucca.

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  • Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Stile di vita, alimentazione e integrazione nutraceutica per il benessere delle arterie

    Ognuno di noi ha l’età delle proprie arterie. Uno stile di vita che minimizzi lo stress e lasci il giusto spazio al sonno notturno, un’alimentazione povera di grassi animali, la pratica regolare di attività motoria, il controllo della pressione arteriosa e dei grassi nel sangue, preservano l’integrità e la piena efficienza dell’apparato cardiometabolico. In particolare, alcuni integratori alimentari possono contribuire a mantenere il metabolismo dei grassi, riducendo in tal modo il rischio di disturbi cardiovascolari.

    Ipercolesterolemia come fattore di rischio

    Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali. Tra i fattori di rischio cardiovascolare che possono essere modificati, oltre allo stile di vita sedentario e all’alimentazione non salutare, uno dei principali è rappresentato dall’ipercolesterolemia.

    La frazione LDL del colesterolo totale è un fattore di rischio causale e cumulativo sul rischio cardiovascolare. Questo significa che ridurre di poco, ma per molto tempo, la frazione LDL del colesterolo ha un effetto migliore sulla prevenzione del rischio cardiovascolare rispetto a una riduzione più elevata ma per un intervallo di tempo più breve. 1

    Quando la concentrazione del colesterolo-LDL nel sangue è elevata, esso si deposita sulla parete delle arterie dove forma delle placche che ostruiscono lentamente i vasi, riducendo il flusso di sangue ai tessuti. Al contrario le HDL formano la frazione di colesterolo che favorisce la rimozione e la pulizia di grassi dalla parete vascolare.

    Una volta innescato il meccanismo della placca aterosclerotica, l’ossidazione dei grassi provocata dai radicali liberi altera la superficie interna dei vasi, innescando una reazione infiammatoria con il deposito di piastrine che porta alla formazione di piccoli trombi. Il flusso di sangue viene ulteriormente ridotto e nelle forme più gravi addirittura impedito. 2

    Consigli

    Si è calcolato che abbassando il colesterolo del 10% sulla popolazione generale, si ridurrebbe del 20-30% l’incidenza di malattie coronariche. Le misure consigliate3 per contribuire a tenere il colesterolo sotto controllo comprendono: 

    1. misurare il colesterolo;
    2. evitare il sovrappeso e l’obesità;
    3. ridurre gli zuccheri;
    4. limitare i grassi animali;
    5. seguire una dieta ricca di fibre;
    6. praticare attività fisica con regolarità;
    7. supportare il metabolismo dei grassi con il consumo di integratori alimentari.

    Di seguito, alcune sostanze utili per il controllo del colesterolo.

    Monacolina K e Bergamotto

    La Monacolina K, presente nel riso rosso fermentato, inibisce l’HMG-CoA reduttasi, l’enzima chiave nella sintesi del colesterolo.4 Il Bergamotto, agrume ricco di flavonoidi, mantiene il fisiologico metabolismo del colesterolo, limita il trasporto del colesterolo nel sangue, manifesta un’azione antiossidante, aumenta la biodisponibilità di Monacolina K. Il Bergamotto in associazione con la Monacolina K ha un’azione sinergica nell’inibire l’HMG-CoA reduttasi e limitare la sintesi epatica del colesterolo. 5

    Berberina

    La Berberina, alcaloide vegetale, favorisce il metabolismo del colesterolo. Aiuta a mantenere normali i livelli di colesterolo e a regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare. 6

    Coenzima Q10 e Vitamina K2

    Il Coenzima Q10, agisce inoltre sui radicali liberi e previene il danno da stress ossidativo. La Vitamina K2 aiuta a ridurre la formazione delle placche aterosclerotiche mobilizzando verso le ossa il calcio circolante. 7

    Mix di principi attivi

    Le società scientifiche tra cui ESC/EAS, Siaprect e altre raccomandano l’adozione di mix di attivi rispetto a prodotti con un solo componente funzionale, con tre obiettivi:

    • agire attraverso diversi meccanismi d’azione;
    • ottimizzare l’abbassamento dei livelli di colesterolo a opera di ciascun componente;
    • ridurre il dosaggio dei singoli attivi e ridurre di conseguenza gli eventuali eventi avversi degli stessi.

    Scelta dei principi attivi, qualità e tecnica farmaceutica sono elementi imprescindibili per avere un’offerta nutraceutica che si traduca in un risultato sul mantenimento dei lipidi plasmatici. 8

    Sulla base delle raccomandazioni della comunità scientifica, possiamo concludere dicendo che l’offerta nutraceutica trova un razionale d’uso nei soggetti con dislipidemie lievi e moderate e nei soggetti che, nonostante gli stili di vita corretti, non riescano ad arrivare ai target raccomandati di colesterolo LDL.


    1 Jama Cardiolo. Doi: 10.1001/jamacardio.2021.3508 – published online september 22.2021.

    2 Ibrahim MA et al., Hypercholesterolemia. 2023 Apr 23. In: StatPearls (Internet). Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan.

    3 Mach F et al. 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk. European Heart Journal, Volume 41, Issue 1, 1 January 2020, Pages 111–188.

    4 Minamizuka T. et al., Low dose red yeast rice with monacolin K lowers LDL cholesterol and blood pressure in Japanese with mild dyslipidemia: A multicenter, randomized trial. Asia Pac J Clin Nutr. 2021 Sep;30(3):424-435.

    5 Giglio RV. Et al., The effect of bergamot on dyslipidemia. Phytomedicine 2016 Oct 15;23(11):1175-81.

    6 Bertuccioli A. et al., Berberine and dyslipidemia: different applications and biopharmaceutical formulations without statin-like molecules – A meta-analysis. J Med Food. 2020 Feb 23(2):101-113.

    7 Banach M et al. The Role of Nutraceuticals in Statin Intolerant Patients. J Am Coll Cardiol. 2018, Jul 3;72(1):96-118.
    Cicero AFG et al. Lipid lowering nutraceuticals in clinical practice: position paper from an International Lipid. Expert Panel Arch Med Sci. 2017. 13, 5: 965–1005.
    Liu J et al. Chinese red yeast rice (Monascus purpureus) for primary hyperlipidemia: a meta-analysis of randomized controlled trials. Chinese Medicine. 2006, 1:4.

    8 Natale F. et al., Management of hypercholesterolemic subjects at low-to-moderate cardiovascular risk: when the nutraceuticals might be of help for the cardiologist: the MINICAR Study. Cardiologiaambulatoriale.eu 2023, 3: 285-298.

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  • Microbiota intestinale, benessere personale

    Microbiota intestinale, benessere personale

    Microbiota intestinale, benessere personale

    L’importanza di equilibrio e biodiversità del microbiota per la qualità della vita

    L’apparato gastrointestinale è colonizzato da microrganismi che vivono in simbiosi, ricavando nutrimento per sé stessi e assicurando numerosi benefici all’organismo ospite. L’insieme di questi microrganismi che rivestono la mucosa intestinale comprende miliardi di batteri, appartenenti a oltre 400 specie diverse in equilibrio tra loro, e forma un vero e proprio organo, definito “microbiota”.

    Il microbiota assicura numerose attività vitali:

    • protegge l’intestino dagli agenti esterni;
    • favorisce la digestione degli alimenti;
    • regola la funzione intestinale;
    • produce vitamine essenziali per la salute;
    • elimina scorie e sostanze potenzialmente dannose;
    • mantiene attive le difese del sistema immunitario, contribuendo in maniera determinante al ripristino e al mantenimento dello stato di salute e di benessere generale.

    “Microbioma” è invece la parola che indica la totalità dei geni dei nostri microbi. Nell’ultimo decennio, la biologia molecolare ha cominciato a svelare i segreti di questo universo invisibile.1

    Per saperne di più, scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

    Eubiosi e disbiosi

    Mentre l’eubiosi è la condizione di equilibrio del microbiota intestinale, favorevole allo stato di salute e benessere dell’organismo, la disbiosi è l’alterazione del microbiota fisiologico che viene sostituito da batteri patogeni (actinomiceti, streptomiceti, clostridi, Candida).

    La disbiosi presenta 3 caratteristiche:

    1. proliferazione di batteri, virus o funghi patogeni;
    2. perdita della biodiversità;
    3. perdita di batteri benefici.

    Si manifesta con disturbi gastrointestinali (alitosi, meteorismo, tensione addominale, alterazione del transito intestinale, intolleranze alimentari) e generali (stanchezza, ipereccitabilità, tensione muscolare, tensione alla testa, problemi dermatologici, disfunzioni urinarie, alterazione della funzione immunitaria, sovrappeso, alterazioni del metabolismo). Può essere corretta mediante opportune modificazioni dello stile di vita, delle abitudini alimentari e con l’assunzione di probiotici.2

    Introduzione del Prof. Giovanni Marasco alle strategie per mantenere in equilibrio il microbiota, da prima della nascita fino all’età avanzata

    Conoscere il proprio microbiota

    L’essere umano e il suo microbiota sono un tutt’uno, pertanto la cura di sé deve tenere in considerazione l’importanza dell’intestino, dove il microbiota costituisce la chiave di volta per la salute e il benessere.

    Attualmente è possibile, a partire da un campione fecale, eseguire un’analisi completa e personalizzata della composizione batterica e micotica del microbiota. Conoscere la composizione del proprio microbiota intestinale diventa uno strumento chiave per pianificare un corretto approccio nutrizionale personalizzato, al fine di preservare o migliorare lo stato di salute.

    Una maggiore comprensione del microbiota intestinale può guidare verso una dieta mirata e consapevole. Alcuni alimenti, infatti, come i fermentati o quelli ricchi di fibre, favoriscono la crescita di batteri benefici per la salute, mentre una dieta povera di nutrienti essenziali potrebbe favorire lo squilibrio del microbiota.

    In caso di disbiosi, inoltre, l’analisi del microbiota contribuisce alla scelta personalizzata di probiotici, per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale.3


    1 Thursby E., Juge N., Introduction to the human gut microbiota. Biochem J. 2017 May 16;474(11)1823-1836.

    2 Iebba V. et al., Eubiosis and dysbiosis: the two sides of the microbiota. New Microbiol. 2016 Jan;39(1):1-12.

    3 Thomas V. et al., Fecal microbioma analysis: an overview of sample collection methods and sequencing strategies. Future Microbiol. 2015;10(9):1485-504.

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  • Carenze nutritive: benefici dell’utilizzo di multivitaminici completi

    Carenze nutritive: benefici dell’utilizzo di multivitaminici completi

    Carenze nutritive: benefici dell’utilizzo di multivitaminici completi

    Integrazione alimentare per soddisfare il fabbisogno di vitamine e minerali

    Nei Paesi occidentali è in corso un vivace dibattito sulle conseguenze negative per la salute derivanti da abitudini alimentari caratterizzate da un consumo eccessivo di cibi ipercalorici e ultra-processati ma poveri di nutrienti vitali. L’espressione “calorie vuote” riassume il paradosso di un’alimentazione opulenta che nasconde una povertà di ingredienti essenziali per la vita.

    In aggiunta, a causa delle coltivazioni intensive e dello sfruttamento del terreno, dell’inquinamento del suolo e dell’uso di pesticidi per la produzione, frutta e verdura non sempre riescono a garantire l’apporto di vitamine e sali minerali che in condizioni normali potrebbero apportare, provocando il mancato raggiungimento dei valori nutrizionali necessari per una sana alimentazione.

    Dalla conoscenza dello stretto legame tra stile di vita, alimentazione e salute, è nata la consapevolezza dell’importanza di scegliere alimenti semplici e non trasformati che possano apportare tutti i nutrienti necessari. E, nel caso di carenza o aumentato fabbisogno, della possibilità di reintrodurre sotto forma di integrazione micronutrienti come vitamine e minerali, per assicurare all’organismo energia, tono e vitalità ottimali, in base alle diverse fasi della vita, alla stagione dell’anno, allo stadio di crescita, all’attività esercitata (studio, lavoro), all’esercizio fisico e sportivo, alla presenza di particolari condizioni (gravidanza, allattamento, convalescenza, cambio stagionale, cattive abitudini alimentari) e alle condizioni di stress.

    Carenza di micronutrienti

    La carenza diffusa di micronutrienti nei Paesi industrializzati è la conseguenza del metodo di coltivazione intensiva e in serra – che porta con sé l’impoverimento del suolo e l’uso intensivo di fertilizzanti – e dell’eccessiva raffinazione. Tutti processi che riducono, talvolta in maniera drammatica, il contenuto in vitamine e minerali dei cibi.

    In particolare, è stato rilevato un evidente calo di minerali e vitamine in alimenti di largo consumo. In uno studio condotto nel 2015 è risultato che dal 1985 al 2002 la concentrazione in micronutrienti, come magnesio, calcio, acido folico e vitamina C, ha subito una riduzione significativa che per alcuni alimenti è superiore al 50% 1.

    I colori della salute

    Per garantire un apporto adeguato di micronutrienti, i nutrizionisti consigliano di preparare e consumare quotidianamente in abbondanza frutta e verdura dei cinque colori principali: rosso, giallo-arancio, verde, blu-viola, bianco. A ciascuno dei colori corrisponde la presenza di particolari sostanze fitochimiche che svolgono un’azione specifica sull’organismo 2.

    Rosso
    Gli alimenti di colore rosso (anguria, arancia rossa, barbabietola rossa, ciliegia, fragola, pomodoro, rapa rossa), particolarmente ricchi in licopene e flavonoidi, contribuiscono alla protezione cellulare nei confronti dello stress ossidativo e partecipano al metabolismo energetico. 

    Giallo-arancio
    Il colore giallo-arancio degli alimenti (albicocca, arancia, cachi, carota, limone, mandarino, melone, peperone, pesca, pompelmo, zucca) è dovuto alla presenza di carotenoidi, che insieme alla vitamina A, flavonoidi e vitamina C mantengono le difese immunitarie, supportano tono e vitalità.

    Verde
    Il colore verde (asparago, basilico, bieta, carciofo, cavolo, cetriolo, cicoria, cime di rapa, indivia, kiwi, lattuga, prezzemolo, rucola, spinaci, zucchina) è dovuto principalmente alla presenza di clorofilla oltre ad acido folico, vitamina C, magnesio e luteina con attività di depurazione e protezione epatica.

    Blu-viola
    Gli alimenti di colore blu-viola (frutti di bosco, melanzane, prugne, radicchio, uva nera), particolarmente ricchi di antocianine e bioflavonoidi, svolgono attività protettiva sul sistema cardiovascolare. 

    Bianco
    Gli alimenti di colore bianco (aglio, cavolo bianco, cipolla, finocchio, funghi, mela, pastinaca, pera, porri, sedano), sono generalmente ricchi in vitamina C e fibre. Queste ultime favoriscono il processo digestivo e l’attività intestinale.

    Integrazione multivitaminica: energia e vitalità

    In caso di carenza o aumentato fabbisogno di vitamine e minerali si può ricorrere all’uso di integratori alimentari. Questo tipo di integrazione può risultare utile per evitare carenze, per sostenere situazioni di stress o affaticamento, convalescenza, studio intenso o lavoro particolarmente impegnativo, oltre che nelle situazioni di inappetenza da cause diverse.

    In commercio sono disponibili integratori alimentari specifici formulati per fornire il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali (VNR = Valori Nutritivi di Riferimento) in una sola somministrazione. Particolare interesse rivestono succhi di verdura lattofermentati ed estratti a freddo. I succhi da verdure lattofermentate sono alimenti che, attraverso processi di fermentazione spontanea a opera di microrganismi, si arricchiscono di sostanze utili per il nostro intestino e per il benessere generale.3


    1 Pem D., Jeewon R., Fruit and Vegetable Intake: Benefits and Progress of Nutrition Education Intervention-Narrative Review Article. Iran J Public Health. Vol.44, No.10, Oct 2015, pp.1309-1321.

    2 Formenti A., Mazzi C., Dieta e salute con gli alimenti vegetali. Tecniche Nuove, 2012. Brigo B., Vitamine e minerali. Tecniche Nuove, 2015.

    3 Tan X. et al., 2024; Castellone V. et al., 2021

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  • Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento

    Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento

    Human Longevity Program: come rallentare e invertire l’invecchiamento

    L’invecchiamento in salute è una sfida globale, si pensi che nel 2050 in Italia, la quota di ultra 65enni raggiungerà il 35,9% della popolazione totale. Uno degli obiettivi della medicina moderna è identificare risposte per raggiungere il traguardo di regalare anni di salute alla popolazione che invecchia. Grazie alla ricerca scientifica esistono già molte risposte per aiutarci a invecchiare in salute. Per capire meglio come affrontare il percorso di vita finalizzato a una longevità sana e quali siano i programmi di ricerca dedicati al tema abbiamo parlato con il Professor Ennio Tasciotti, Direttore dello Human Longevity Program presso l’IRCCS San Raffaele di Roma e Ordinario di Scienze e Tecnologie Mediche Applicate presso l’Università San Raffaele di Roma.

    Professor Tasciotti, in cosa consiste lo “Human Longevity Program”?

    “Dopo 15 anni di ricerca negli Stati Uniti in nanomedicina e medicina rigenerativa, ho deciso di applicare quello che ho imparato su tecnologie biomedicali di frontiera alla sfida contro l’invecchiamento. Lo Human Longevity Program integra i recenti progressi tecnologici, scientifici e clinici per sviluppare diagnostica molecolare avanzata (genomica, biochimica, microbioma), nuove terapie personalizzate (anti-infiammatorie e di biohacking), e rivoluzionari approcci preventivi (medicina digitale e tecnologie assistive per l’invecchiamento attivo). L’obiettivo è garantire la massima efficienza metabolica all’organismo, al fine non solo di rallentare l’invecchiamento biologico, ma anche di invertirne la direzione. L’IRCCS San Raffaele di Roma, designato dal Ministero della Salute come centro di eccellenza per la gestione delle polimorbidità, delle malattie croniche e delle patologie neurodegenerative a lungo decorso è l’istituzione che ospita il programma. La nostra ambizione è migliorare le condizioni di prevenzione, diagnosi e cura dei pazienti, per diminuire l’impatto dei sintomi della malattia sulla funzionalità dell’individuo e massimizzarne il decorso clinico.”

    Come si struttura questo programma?

    “Il programma ha una struttura molto articolata e rappresentativa delle necessarie specialità mediche e discipline scientifiche, ma fondamentalmente si basa su tre pilastri centrali.

    1. Nutrizione e Nutraceutica: la dieta è fondamentale per la salute e deve essere adattata alle esigenze individuali del paziente. Per diverse ragioni, tra cui l’impoverimento dal punto di vista nutrizionale degli alimenti, l’alimentazione selettiva o altro può essere che la dieta non sia sufficiente e il ricorso alla nutraceutica diventi sempre più importante.
    2. Non tutti hanno lo stesso metabolismo, quindi è essenziale costruire una dieta e una supplementazione personalizzata. In alcuni casi, è importante intervenire con la nutraceutica e l’integrazione di nutrienti non facilmente ottenibili tramite il cibo. La personalizzazione della dieta e l’integrazione mirata possono migliorare significativamente la salute e rallentare l’invecchiamento.
    3. Attività Fisica: il corpo umano è fatto per muoversi. L’attività fisica permette di bruciare calorie, mantenere l’equilibrio tra massa magra e massa grassa, e attivare il sistema linfatico, che elimina le tossine. Inoltre, l’esercizio fisico stimola il metabolismo muscolare, che produce citochine e messaggeri molecolari con effetti positivi su organi e funzioni corporee, promuovendo la riparazione tissutale.
    4. Funzionalità Cognitival’attività cerebrale è cruciale per tutte le funzioni corporee, in tutto il percorso di vita. Disturbi emotivi come stress, ansia e paure possono avere un impatto negativo sulla longevità. La parte cognitiva è particolarmente importante per pazienti con malattie neurodegenerative a decorso lento. Intervenire precocemente può modificare il decorso di queste malattie, che altrimenti progredirebbero inevitabilmente.

      Implementando questi quattro pilastri, il programma mira a mantenere un’alta efficienza metabolica, permettendo all’organismo di riparare i danni e contrastare i processi degenerativi legati all’invecchiamento.

      Quando è importante il contributo di aziende private per incentivare la ricerca e promuovere awareness sul tema longevità? Ci parli del progetto Wellongevity di Named Group e del suo board scientifico

      L’approccio alla longevità e alle pratiche antiinvecchiamento è intrinsecamente multidisciplinare. ONU e OMS hanno chiaramente chiesto il contributo della comunità scientifica, delle istituzioni e dei privati per arrivare all’obiettivo di una longevità in salute e sostenibile. Per affrontare il problema in modo completo, è essenziale riunire diversi esperti scientifici e clinici. Per questo Named Group ha riunito me e diversi altri importanti esperti del tema longevità. Il progetto si fonda sullo studio di alcuni degli ambiti fondamentali sui quali agire per sostenere prevenzione e correttivi mirati anche in un’ottica di sostenibilità futura del Sistema Sanitario Nazionale.

      1. Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale;
      2. Evitare e ridurre precocemente il rischio di malattie cardiovascolari;
      3. Gestire al meglio il dolore cronico;
      4. Ridurre il grasso viscerale e combattere l’obesità;
      5. Gestire attentamente le fasi ormonali della vita riproduttiva e la menopausa;
      6. Rompere il binomio invecchiamento-disabilità;
      7. Promuovere una nutrizione che riduca la fragilità.

      L’obiettivo di Named Group congiuntamente con il board scientifico è disseminare conoscenza e aumentare la consapevolezza verso una medicina preventiva, predittiva, personalizzata e partecipativa, oltre che individuare con rigore scientifico dove la nutraceutica possa dare risposte mirate

      Questo impegno ha portato alla creazione di una pubblicazione scientifica che approfondisce gli aspetti scientifici, le basi molecolari e gli interventi clinici che si possono mettere in pratica per ottenere buoni risultati nel contrastare l’invecchiamento, oltre a eventi educazionali, attività digital e altro. 

      Qui il link https://bit.ly/3yipfbb dove trovare interessanti approfondimenti, oltre alle interviste al board scientifico.

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      Da Salute&Benessere, Numero 49 di Ottobre 2024

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    • Menopausa: cosa accade e come comportarsi

      Menopausa: cosa accade e come comportarsi

      Menopausa: cosa accade e come comportarsi

      Una panoramica sul ruolo degli ormoni femminili e 7 consigli per prevenire eventuali disturbi

      La menopausa è una fase fisiologica nella vita di una donna, caratterizzata da una progressiva riduzione nella produzione di ormoni femminili. Il calo ormonale di estrogeni, progesterone e DHEA può comportare la comparsa di disturbi di varia natura: uro-ginecologici (secchezza vaginale, prurito intimo), vasomotori (vampate di calore, sudorazione, alterazioni della pressione arteriosa), cardiovascolari, osteoarticolari e psichici (sbalzi di umore, apatia, gelosia).1

      Estrogeni, progesterone e DHEA2

      È utile conoscere l’ampiezza delle funzioni svolte dagli ormoni femminili per capire ciò che accade durante la menopausa, quando la quantità di estrogeni, progesterone e DHEA (deidroepiandrosterone) nel corpo della donna tende a diminuire.

      I più importanti effetti degli estrogeni sono la stimolazione di tessuto osseo, l’effetto sulla pressione arteriosa, il mantenimento dello stato di idratazione e di elasticità della pelle, il mantenimento dei normali livelli di colesterolo, l’aumento dell’energia muscolare e la facilitazione della memoria.

      In menopausa il progesterone protegge l’utero, migliora il tono dell’umore, facilita il sonno, riduce lo stato di agitazione e la tensione muscolare, favorisce il controllo del peso, protegge cuore e vasi, migliora il benessere di pelle e mucose, mantiene la struttura ossea

      Il DHEA, ormone prodotto principalmente dalle ghiandole surrenali, viene spesso definito “ormone della giovinezza” perché raggiunge il suo picco intorno ai 25 anni, per poi diminuire progressivamente con l’avanzare dell’età. Il DHEA è il precursore di tutti gli ormoni sessuali e il suo calo in menopausa può influire su vari aspetti del benessere femminile. 

      Inoltre, evidenze scientifiche indicano che il DHEA può migliorare l’umore, l’energia, il senso di benessere, la capacità di tollerare lo stress (perché controbilancia molti degli effetti negativi di un eccesso di cortisolo) e l’aspetto dell’invecchiamento cutaneo.

      Consigli utili per la menopausa

      Alcune misure generali possono favorire il benessere in menopausa 3:

      1. consumare cereali integrali, legumi, soia, pesce;
      2. bere acqua ricca di magnesio;
      3. limitare il consumo di grassi animali e acidi grassi saturi (carni, formaggi), preferire gli acidi grassi polinsaturi (oli vegetali, oli di pesce);
      4. ridurre i carboidrati raffinati (cereali zuccherati, pasta di farina bianca, pane bianco, dolciumi);
      5. ridurre al minimo il consumo di sale, evitando i cibi confezionati con sale aggiunto;
      6. privilegiare alimenti ricchi di fibre, di vitamine e di sali minerali assumendo ogni giorno 5 porzioni di verdura e frutta;
      7. mantenersi attive fisicamente mediante la pratica regolare di esercizi motori.

      Intervento della Prof. Rossella Nappi sul ruolo della nutraceutica e dello stile di vita per la prevenzione dei disturbi da menopausa

      Recenti osservazioni hanno evidenziato una minore incidenza di disturbi vasomotori in menopausa nelle donne orientali, la cui dieta giornaliera è tradizionalmente molto ricca di fitoestrogeni. Pertanto, estratti naturali come Trifoglio rosso, fonte naturale di fitoestrogeni, e Dioscorea Villosa, un vegetale con proprietà Progesterone e DHEA simili, possono accompagnare la donna nel delicato passaggio menopausale, sostenendola dal punto di vista dei disturbi tipici e proteggendola anche dai rischi metabolici e osteoarticolari 4-5.


      1 Peacock K et al., Menopause. 2023 Dec 21. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan.

      2 DeMayo FJ et al., Mechanisms of action of estrogen and progesterone. Ann N Y Acad Sci. 2002 Mar;955:48-59; discussion 86-8, 396-406.

      3 Hemachandra C et al., A systematic review and critical appraisal of menopause guidelines. BMJ Sex Reprod Health. 2024 Apr 11;50(2):122-138.

      4 Chen MN et al., Efficacy of phytoestrogens for menopausal symptoms: a meta-analysis and systematic review. Climacteric. 2015 Apr;18(2):260-9.

      5 Komesaroff PA et al., Effects of wild yam extract on menopausal symptoms, lipid and sex hormones in healthy menopausal women. Climacteric. 2001 Jun;4(2):144-50.

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    • Ritrovare il sonno ristoratore

      Ritrovare il sonno ristoratore

      Ritrovare il sonno ristoratore

      Conoscere cause e conseguenze dei disturbi del sonno per sapere come gestirli

      Una buona qualità del sonno è essenziale per lo stato di salute. L’importante è risvegliarsi al mattino in piena forma. Un buon sonno, infatti, si giudica dal risveglio e non in base alla sua durata.

      Il ritmo del sonno

      Il ritmo del sonno è regolato da un gruppo di cellule nervose localizzate nell’ipotalamo, struttura nervosa posta nella parte anteriore del cervello. Tali cellule sono influenzate dagli stimoli di luce e buio provenienti dalla retina e dal livello della melatonina, sostanza prodotta durante la notte a partire dalla serotonina. 

      La propensione a dormire non dipende unicamente dal rapporto luce-buio. Importante appare essere anche la diminuzione della temperatura nell’indurre il sonno. Per tale ragione tendiamo ad addormentarci verso le ore 22-23 quando la temperatura del corpo scende e ci risvegliamo verso le ore 6-7 quando la temperatura risale.

      Durata del sonno e luce blu

      Una ricerca condotta presso l’Università di San Diego in California ha evidenziato che la quantità ottimale di tempo da dedicare al sonno è di almeno 7 ore, mentre non dovrebbe superare le 9 ore.

      Molteplici sono i fattori che possono disturbare il ritmo sonno-veglia. In particolare, una delle ragioni dell’aumento dei disturbi del sonno è l’onnipresenza della luce blu nel sistema di illuminazione artificiale.

      Le sorgenti luminose dovrebbero essere progettate per minimizzare le conseguenze negative per la nostra salute. Le frequenze blu della luce, infatti, inibiscono la liberazione di melatonina.

      Conseguenze dei disturbi del sonno

      Quando il sonno è insufficiente o disturbato si manifestano fenomeni negativi, come la riduzione delle prestazioni abituali, una minore produttività, minor sintonia con i familiari e i colleghi, ridotti contatti sociali, un rischio più elevato di incidenti stradali, una maggior frequenza di cadute nelle persone anziane.

      Misure generali

      Per favorire un buon ritmo sonno-veglia è opportuno seguire alcuni consigli:

      • Evitare i pasti troppo abbondanti di sera e astenersi dalle sostanze stimolanti o eccitanti (caffè, tè, bibite alla cola, tabacco, farmaci).
      • Controllare se si stanno assumendo farmaci che possono provocare insonnia.
      • Evitare l’esercizio fisico faticoso e le attività mentali impegnative nelle ore prima di coricarsi. Evitare le discussioni troppo vivaci. Evitare la visione di film e le letture troppo stimolanti.
      • Non dormire davanti al televisore prima di andare a letto.
      • Coricarsi con l’intenzione di dormire solo quando si ha sonno e, se non si riesce a addormentarsi, fare qualcosa di distensivo (per esempio ascoltare musica rilassante).
      • Praticare tecniche di rilassamento prima di andare a letto. Farsi una doccia per scaricare l’energia statica accumulata nel corpo.
      • Coricarsi e alzarsi sempre alla stessa ora, sia che la notte sia stata riposante o insonne. Non concedersi sonnellini durante la giornata nell’intento di recuperare il sonno perso di notte, oppure limitarne la durata.

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    • Cos’è la fermentazione spontanea?

      Cos’è la fermentazione spontanea?

      Cos’è la fermentazione spontanea?

      Alla scoperta di un delicato processo naturale

      La fermentazione è un processo di cui chiunque ha sentito parlare, ma non tutti sanno che ne esistono diversi tipi. A fare la differenza sono le sostanze prodotte, dalle quali le diverse fermentazioni prendono i loro nomi, e i microrganismi coinvolti.

      Le più diffuse sono la fermentazione lattica e la fermentazione alcolica. Il processo di fermentazione dell’acido lattico, per esempio, è alla base della fermentazione dei latticini e della maggior parte degli alimenti di origine vegetale e animale. Non tutte le fermentazioni di un certo genere sono uguali: in funzione dei microrganismi maggiormente presenti, possiamo ottenere diversi risultati – e quindi diversi sapori.

      La fermentazione spontanea è quella iniziata o indotta in assenza di microrganismi esogeni (es. i cosiddetti starter), affidata invece al microbioma autoctono dell’alimento. Ciò non significa che il processo venga lasciato a sé stesso: è necessario allestire le condizioni ideali per far proliferare, tra i microrganismi già presenti, quelli voluti. I processi metabolici sono guidati e controllati attraverso la creazione di un ambiente selettivo attraverso la modulazione di variabili come temperatura, salinità, presenza di ossigeno, durata e taglio dell’alimento.

      La fermentazione spontanea garantisce negli alimenti sottoposti al processo una grande ricchezza in biodiversità in quanto saranno presenti migliaia di ceppi batterici diversi, mentre nel caso di fermentazione con starter saranno presenti, seppure in grande quantità, solo i pochi ceppi inoculati.

      Nel 2024 è entrata in Named Group LIFe (Laboratorio Italiano Fermentati), azienda italiana pioniera nello studio, nella produzione e nella distribuzione di alimenti vegetali biologici fermentati spontaneamente.

      “In LIFe studiamo l’ecosistema microbico che guida le fermentazioni spontanee, per imparare a generare ingredienti e alimenti funzionali attraverso la gestione di processi che in natura si sono evoluti probabilmente nell’arco di migliaia di anni”, spiega Flavio Sacco, PhD in Biodiversità e Evoluzione, co-fondatore di LIFe e responsabile della Produzione e della R&S.

      “Osserviamo come lavorano i microrganismi in Natura per imparare da essi, piuttosto che costringerli a processi per i quali non sono nati. Il nostro approccio è imparare dagli ecosistemi naturali e non manipolarli.”
      Flavio Sacco

      “In questo modo”, aggiunge Sacco, “abbiamo creato un ponte fra l’ecosistema microbico ambientale e quello umano, il microbiota, attraverso ingredienti e alimenti fermentati, che si arricchiscono naturalmente di composti fondamentali per la nostra salute quotidiana”.

      Per scoprire di più su LIFe, è possibile leggere la scheda dedicata all’azienda sul sito del Gruppo.

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    • Depurazione: ritrovare l’equilibrio dopo le vacanze

      Depurazione: ritrovare l’equilibrio dopo le vacanze

      Depurazione: ritrovare l’equilibrio dopo le vacanze

      Come tornare in forma dopo gli eccessi dell’estate

      L’estate, soprattutto durante le vacanze, rappresenta un periodo di relax e spensieratezza nel quale è comune concedersi qualche sfizio in più a tavola. È piacevole fare aperitivi o grigliate e consumare bibite zuccherate, birre o gelati; ed è inevitabile adeguarsi alle opzioni disponibili, quando si mangia in ristoranti, chioschi o bar. Inoltre, il caldo e le attività notturne portano a sfasare i ritmi sonno-veglia abituali e a trascurare l’attività fisica. Non si può certo rinunciare a godersi l’estate.

      Cambio stagionale

      Tuttavia, al rientro, molti sottovalutano l’importanza di ripristinare il benessere del nostro organismo. È essenziale prestare attenzione a ciò che mangiamo per recuperare rapidamente la forma fisica e il benessere generale, aiutando il corpo a disintossicarsi dagli eccessi e a ristabilire un equilibrio salutare.

      Proprio all’arrivo dell’autunno, stagione tradizionalmente dedicata alla semina, con l’inizio del nuovo anno scolastico, la ripresa dell’attività lavorativa, con le mutate condizioni atmosferiche e la diminuzione delle ore di luce naturale, diventa importante preparare l’organismo al cambio stagionale.

      Misure generali

      Per depurare l’organismo e ritrovare il benessere dopo le vacanze, può essere utile seguire alcune indicazioni.

      • Ridurre il più possibile il carico tossico. Per fare alcuni esempi: farmaci, fumo, eccesso di alcol e caffè, additivi alimentari, inquinanti ambientali. 
      • Alimentazione. Consumare piatti leggeri e nutrienti come insalate, legumi, verdure e frutta fresca. Evitare invece cibi ad alto contenuto di grassi saturi, come salumi, formaggi stagionati e cibi fritti, ma anche zuccheri raffinati e alimenti troppo speziati.
      • Cibi fermentati. Integrare yogurt, kefir, miso e verdure fermentate, ricchi di probiotici, per migliorare la salute intestinale.
      • Alcol e bevande zuccherate. Ridurre o sospendere alcolici e bevande zuccherate.
      • Idratazione. Bere almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno.
      • Integratori alimentari. Nella dieta può essere utile introdurre integratori naturali per compensare le mancanze dell’alimentazione e favorire un più rapido ritorno all’equilibrio dell’organismo.
      • Attività fisica. Praticare attività motoria regolarmente, come una passeggiata di 30 minuti al giorno.
      • Luce del sole. Esporsi alla luce solare, possibilmente un quarto d’ora al giorno.
      • Gestione dello Stress: Praticare yoga, meditazione o tecniche di rilassamento per ridurre lo stress.

          Depurazione nel cambio stagionale

          Le cure disintossicanti, dette anche depurative o cure di drenaggio, hanno lo scopo di eliminare le scorie e le tossine che si accumulano nel nostro organismo, soprattutto in conseguenza dell’inquinamento alimentare, atmosferico e da farmaci.

          Il drenaggio viene attuato stimolando, in maniera blanda e prolungata ma efficace, gli organi di eliminazione (cute, polmoni, fegato, reni, intestino, matrice connettivale, vasi linfatici) che canalizzano verso l’esterno le sostanze da espellere e i liquidi in eccesso.

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        • Cistite: Perché in estate è più frequente?

          Cistite: Perché in estate è più frequente?

          Cistite: Perché in estate è più frequente?

          Durante l’estate, la cistite è un fenomeno più comune a causa delle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione batterica. Il caldo e l’umidità contribuiscono alla crescita dei batteri nelle vie urinarie, creando un ambiente propizio per le infezioni. Inoltre, durante i mesi più caldi, si tende a bere meno acqua, riducendo così la quantità di urina prodotta, che aiuta a sciacquare via i batteri. Questa diminuzione dell’idratazione aumenta la concentrazione di batteri dannosi nelle vie urinarie.

          Le cistiti sono infezioni delle vie urinarie (IVU) molto frequenti e fastidiose, caratterizzate da sintomi quali bruciore, dolore durante la minzione, senso di peso al basso ventre e necessità frequente di urinare. Ulteriori segni possono includere urina torbida, cambiamento di odore o colore delle urine e, talvolta, la presenza di sangue (ematuria).

          Un sintomo comune è il senso di dolenzia continua nella parte bassa dell’addome. La diagnosi di infezione delle vie urinarie viene confermata dall’urocoltura quando sono presenti più di 100.000 batteri per millilitro di urina.

          Infezioni urinarie nella donna

          Le infezioni urinarie colpiscono circa 150 milioni di persone nel mondo ogni anno, con un’incidenza maggiore durante la stagione estiva, soprattutto tra le donne. La cistite è considerata ricorrente quando si manifestano almeno due episodi in sei mesi o tre o più episodi in un anno.

          Il principale agente patogeno delle cistiti è l’Escherichia coli, un batterio intestinale che può risalire fino alla vescica, aderendo alle pareti e formando colonie protette da una pellicola nota come biofilm batterico. Questo meccanismo rende i batteri resistenti sia alle difese immunitarie sia ai trattamenti antibiotici.

          Le alte temperature e l’umidità estiva facilitano la proliferazione di batteri, specialmente quando la sudorazione e la perdita di liquidi non vengono compensati da un’adeguata idratazione. Questo scenario porta a una riduzione della frequenza della minzione, favorendo l’accumulo di batteri.

          Le donne sono particolarmente predisposte alle infezioni urinarie, con un’incidenza circa 50 volte superiore rispetto agli uomini. Ciò è dovuto a diversi fattori, tra cui la conformazione anatomica (uretra più corta), l’uso più frequente di assorbenti interni, soprattutto in estate, e le variazioni ormonali. In particolare, le donne in menopausa, con bassi livelli di estrogeni, presentano vie urinarie meno protette.

          Misure generali

          Per prevenire le infezioni urinarie ricorrenti, è consigliabile adottare alcune misure preventive:

          • Idratazione: Bere almeno 2 litri d’acqua al giorno per facilitare la produzione di urina e la rimozione dei batteri.
          • Alimentazione: Seguire una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza, che può aumentare il rischio di infezioni urinarie.
          • Igiene Intima: Dopo l’evacuazione intestinale, le donne dovrebbero pulirsi dall’avanti all’indietro per evitare la contaminazione dell’area genitale con batteri intestinali.
          • Flora Intestinale: Mantenere l’equilibrio della flora intestinale mediante l’uso di fermenti lattici, prevenendo così disbiosi intestinali che possono alterare l’ecologia del colon.
          • Abbigliamento: Evitare capi che possono causare macerazione nella zona genitale, come collants, pantaloni stretti e tamponi interni.
          • Minzione Frequente: Urinare frequentemente e non trattenere l’urina, oltre a urinare dopo i rapporti sessuali, per aiutare a eliminare eventuali batteri.

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        • Medicina di precisione e test del microbiota

          Medicina di precisione e test del microbiota

          Medicina di precisione e test del microbiota

          Uno strumento innovativo che può aprire nuovi orizzonti

          La medicina di precisione è un approccio innovativo alla cura e alla prevenzione delle malattie che punta a calibrare i trattamenti sulle caratteristiche del singolo paziente. In una certa misura, adeguare le terapie al singolo caso è sempre stato necessario – ma la quantità di dati che oggi siamo in grado di raccogliere ed elaborare amplia di molto le possibilità di progettare interventi su misura.

          Elemento chiave della medicina di precisione è il ricorso alla genomica e alle tecnologie di sequenziamento del DNA.

          Introduzione al test Wellmicro del microbiota intestinale

          È appunto sul sequenziamento massivo del DNA microbico intestinale che si basa il test del microbiota messo a disposizione da Wellmicro, azienda di Named Group. Andrea Castagnetti, General Manager di Wellmicro, ha sottolineato l’utilità del test proprio nell’ottica della medicina di precisione: “Il test del microbiota intestinale rappresenta uno strumento utile ai professionisti per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico, che sempre più tende a focalizzarsi sulle caratteristiche individuo-specifiche della persona”.

          “Il Gut Test di Wellmicro ricostruisce la composizione microbica del campione avvalendosi di innovativi strumenti bioinformatici come database proprietari per l’assegnazione tassonomica e pipeline brevettate per l’interpretazione funzionale”.

          “In altri termini”, ha aggiunto Castagnetti, “partendo da un’affidabile profilazione tassonomica del microbiota se ne traduce la composizione nel possibile pattern metabolico risultante. Questo permette la valutazione di quali aspetti dello stato di salute dell’ospite possano essere impattati dal microbiota fornendo nuove informazioni fondamentali per una anamnesi il più possibile completa del paziente”.

          Wellmicro punta a restare all’avanguardia nel proprio settore: “Abbiamo intenzione di generare uno dei più importanti database di metagenomica a livello internazionale per avventurarci nelle nuove frontiere del microbioma, come dark matter [specie microbiche completamente sconosciute prima dell’avvento della metagenomica] e i batteriofagi”.

          Scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

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        • Dieta e salute: cosa sono gli alimenti fermentati?

          Dieta e salute: cosa sono gli alimenti fermentati?

          Dieta e salute: cosa sono gli alimenti fermentati?

          Una panoramica sugli alimenti “lavorati” dai microrganismi

          Gli alimenti fermentati sono alimenti che hanno subito una trasformazione operata da microrganismi come lieviti e batteri 1. Molti alimenti che mangiamo o beviamo quotidianamente sono fermentati: per esempio il pane, la birra, lo yogurt e i formaggi. Esistono poi alimenti fermentati meno comuni, in parte provenienti da tradizioni culinarie diverse dalla nostra, che oggi riscuotono molto successo e interesse dal punto di vista scientifico come il kefir, il kombucha e le verdure fermentate.

          Proprio queste ultime sono al centro della ricerca e della produzione di LIFe, azienda italiana pioniera nella produzione di verdure biologiche fermentate spontaneamente, recente acquisizione di Named Group.

          Una storia di fermentazioni

          Gli alimenti fermentati fanno parte della dieta umana da circa 10.000 anni. Tra le prime prove dell’applicazione deliberata della fermentazione, vi sono vasi di ceramica trovati in Cina risalenti al 7000 a.C. e utilizzati per fermentare riso, miele e frutta 2. Mentre nell’antichità la funzione primaria della fermentazione ruotava attorno a maggiori sicurezza alimentare e durata di conservazione, più di recente gli alimenti fermentati sono stati associati anche a benefici per la salute.

          Uno dei primi sostenitori di questa ipotesi fu Élie Metchnikoff, interessato al potenziale del cibo nel favorire l’allungamento della vita. Nei suoi lavori, Metchnikoff attribuì la lunga vita dei contadini bulgari agli alimenti base del Paese all’epoca; in particolare al latte inacidito. Nei suoi esperimenti scoprì che le colture di batteri dell’acido lattico (LAB) nel cibo fermentato producevano “corpi disinfettanti” benefici per il loro ospite umano.

          I benefici per la salute

          Gli alimenti fermentati sono stati collegati positivamente alla salute umana a partire dai primi anni del 1900; i meccanismi successivamente postulati attraverso i quali questi alimenti possono apportare benefici alla salute includono uno o una combinazione di elementi, tra cui:

          • il valore nutrizionale diretto degli alimenti fermentati, compresi i composti bioattivi, prodotti come conseguenza del processo di fermentazione; 
          • la fornitura di nutrienti per promuovere la crescita dei microbi intestinali indigeni; 
          • la capacità dei microbi negli alimenti fermentati di sopravvivere al transito gastrico e di diventare una componente del microbioma intestinale o di inibire/competere con i membri esistenti del microbioma intestinale.

          Scarica il Dizionario del Microbiota di Wellmicro, “Il microbiota intestinale e il suo linguaggio”

          Di conseguenza, alcuni ricercatori hanno proposto di includere gli alimenti fermentati nelle Linee Guida dietetiche nazionali di tutto il mondo. Chilton e colleghi 3 sostengono che, in ragione del loro protratto ruolo come parte della dieta umana e dei loro benefici nutrizionali e terapeutici consolidati ed emergenti, determinati in parte dal loro stesso microbioma, meritano di essere presi in considerazione per un consumo regolare. Inoltre, i batteri probiotici – definiti come “microrganismi vivi che, se consumati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio alla salute dell’ospite” – possono far parte del microbiota degli alimenti fermentati 4.


          1 Fermented foods, Health and Gut Microbiome Natasha K. Leeuwentdall, Catherine Stanton, Paul o’ Toole, Tom p. Beresford; Nutrients 2022 Apr 6; 14(7): 1527.doi:10.3390/nu14071527

          2 McGovern, PE; Zhang, J.; Tang, J.; Zhang, Z.; Sala, GR; Moreau, RA; Núñez, A.; Butrym, DE; Richards, deputato; Wang, C.-S.; et al. Bevande fermentate della Cina pre e protostorica. Proc. Natl. Accade. Sci. Stati Uniti 2004 101, 17593-17598.

          3 Chilton, SN; Burton, JP; Reid, G. Inclusione di cibi fermentati nelle guide alimentari di tutto il mondo. Nutrienti 2015, 7, 390–404.

          4 Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Probiotici negli alimenti; proprietà salutistiche e nutrizionali e linee guida per la valutazione. Nel documento della FAO sugli alimenti e la nutrizione; FAO/OMS: Roma, Italia, 2006; P. 85

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        • Conoscere il microbiota per conoscere sé stessi

          Conoscere il microbiota per conoscere sé stessi

          Conoscere il microbiota per conoscere sé stessi

          La Giornata Mondiale del Microbiota, un’occasione per fare il punto sullo stato della ricerca

          Il 27 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Microbioma, evento dedicato alla sensibilizzazione e alla diffusione della conoscenza sul microbioma umano. L’iniziativa è nata nel 2019 per impulso di APC Microbiome Ireland, istituto di ricerca presso l’irlandese University College Cork, e rappresenta un’occasione importante per i professionisti della salute, per il pubblico generale e per Named Group in particolare.

          Dal 2021, infatti, è entrata a far parte di Named Group l’azienda Wellmicro, pioniera nel campo dell’analisi genetica del microbiota umano, animale e ambientale. Fondata nel 2015 come spin-off dell’Università di Bologna, Wellmicro utilizza tecnologie avanzate di Next Generation Sequencing (NGS) per studiare la composizione del microbiota con una precisione e una completezza che fanno dell’azienda un importante punto di riferimento in Italia.

          Per il 2024, il tema scelto dalla Giornata Mondiale del Microbioma è Nutri i tuoi microbi. L’effetto della dieta sul tuo microbioma intestinale. Può sembrare scontata la considerazione per cui l’alimentazione ha conseguenze sulla composizione e sulla funzionalità del microbiota intestinale. Coi recenti progressi della ricerca, però, sono emerse l’ampiezza delle funzioni metaboliche, immunologiche e protettive del microbiota intestinale stesso e la sua importanza per lo stato di salute dell’individuo. Non è un caso se si parla di “asse intestino-cardiocircolatorio”, “asse intestino-fegato” e “asse intestino-cervello”: tutte espressioni nate per riassumere l’intensità dei rapporti che intercorrono tra questi organi, e l’interdipendenza del loro benessere. Gli esperti di Wellmicro hanno redatto il Dizionario del microbiota, un glossario che raccoglie le parole chiave per conoscere il microbiota intestinale e il suo linguaggio.

          Scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

          Una dieta bilanciata dunque può contribuire a mantenere l’equilibrio tra il microbiota intestinale e l’ospite, ma è possibile ragionare anche all’inverso: una maggiore comprensione del microbiota e una più profonda capacità di analizzarlo possono fornire indicazioni per una dieta mirata e consapevole. La condizione del microbiota intestinale dipende, per ciascuno, da fattori che comprendono tutto lo stile di vita come la dieta, l’uso di farmaci, l’attività sportiva, la qualità e quantità del sonno e altri fattori. A fronte di queste consapevolezze, medici e farmacisti sono chiamati a elaborare percorsi sempre più precisi in direzione del benessere.

          I test Wellmicro, accessibili a persone di tutte le età e condizioni di salute, hanno appunto l’obiettivo di fornire valutazioni precise della composizione microbica e del suo possibile impatto sulla salute dell’individuo utili alla pianificazione di interventi alimentari e integrativi personalizzati.

          L’approccio di Wellmicro si basa sullo Shotgun Sequencing, la tipologia più evoluta di metagenomica, che permette di sequenziare contemporaneamente tutti i genomi microbici presenti in un campione, fornendo una visione completa delle comunità batteriche, fungine, virali e parassitarie. Questa tecnologia è l’unica che permette di avere la fotografia completa di tutte le componenti del microbiota intestinale permettendo anche di identificare le relazioni complesse tra i diversi microrganismi.

          Anche dal punto di vista tecnologico, Wellmicro è all’avanguardia e ricorre alla piattaforma Illumina – NovaSeq 6000Dx, tra gli strumenti più potenti in termini di rapidità e accuratezza del processo di sequenziamento per l’analisi metagenomica.

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