Autore: Fornace

  • Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Tempistica ottimale per l’assunzione degli integratori

    Indicazioni generali sui momenti migliori in cui assumere gli integratori durante la giornata

    L’integrazione con sostanze nutrizionali può variare in base alle fasi della vita (crescita, maturità, invecchiamento), all’alternarsi delle stagioni, alle situazioni particolari (gravidanza, allattamento, attività sportiva, condizioni di stress,). Per tale motivo l’integrazione andrà adattata alle esigenze personali. Per le modalità di somministrazione è consigliabile somministrare gli integratori nei momenti più opportuni.

    Al risveglio

    È il momento indicato per assumere i preparati che favoriscono la depurazione e il drenaggio dei liquidi, che stimolano l’attività intestinale, ma anche quelli con azione tonica e stimolante, che migliorano l’umore o favoriscono la concentrazione e la memoria.

    Prima di coricarsi

    È il momento degli integratori che favoriscono l’addormentamento e che contribuiscono a prevenire i risvegli ripetuti e migliorare il ritmo sonno-veglia. Sono anche indicati gli integratori alimentari alcalini impiegati per l’equilibrio acido-base nei casi di tendenza all’acidificazione dei tessuti.

    Prima dei pasti (10-15 minuti prima)

    Tutti gli integratori a base di principi attivi amari o che favoriscono il processo digestivo o che hanno proprietà per il controllo dell’acidità gastrica, così come quelli con attività rimineralizzante, vanno somministrati dai 10 ai 20 minuti prima del pasto. La stessa indicazione riguarda gli integratori a base di sali inorganici singoli e complessi.

    Durante e dopo i pasti

    Assumere gli integratori vitaminici a stomaco vuoto non è una buona idea, soprattutto in alcuni soggetti sensibili. In ogni caso le vitamine liposolubili, come la vitamina D, vengono assorbite meglio se si assumono durante i pasti principali, insieme a cibi grassi o oleosi, o semplicemente con un pezzo di pane. Dopo i pasti vanno assunti anche gli integratori utilizzati in caso di meteorismo addominale, o gli integratori per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.

    Lontano dai pasti (mezz’ora prima e due ore dopo)

    Vanno assunti gli integratori alimentari che migliorano il tono generale, il livello energetico e le funzioni cognitive, i preparati indicati per assicurare la funzionalità del fegato, i prodotti per la funzionalità delle vie aeree e quelli che facilitano la normalizzazione del ciclo mestruale.

    Inoltre si consiglia di assumere gli integratori ricchi di tannini lontano dai pasti, per evitare l’inibizione degli enzimi digestivi e l’interferenza nell’assorbimento dei nutrienti.

    Sempre lontano dai pasti vanno somministrati gli aminoacidi essenziali a supporto del tono e del trofismo muscolare. In caso di disturbi gastrici si può consigliare di frazionare la dose distribuendola nel corso della giornata, come nel caso della vitamina C.1

    Al bisogno

    Alcuni integratori possono essere assunti al bisogno, come quelli per ridurre la tensione, le alterazioni dell’umore, il nervosismo, soprattutto in condizioni di stress. Nelle manifestazioni acute, come nei disturbi da raffreddamento, è consigliabile una frequenza di assunzione ravvicinata, in particolare dei sali inorganici singoli o complessi, riducendo gradualmente in base alla risposta ottenuta.2


    1 Higdon J. Vitamine e minerali. Guida clinica. Tecniche Nuove, 2007.

    2 Lauer L. New Era Tissutali Singoli e Complessi. MAG Editore, 2015.

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  • Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Effetti degli integratori sulla funzione immunitaria

    Supportare le difese naturali dell’organismo in inverno

    È soprattutto durante la stagione invernale che sono più frequenti i disturbi delle vie aeree, in quanto il freddo, l’umidità, il maggior tasso di inquinamento, riducono la motilità delle ciglia che rivestono i bronchi, rallentando o bloccando il deflusso delle secrezioni all’esterno.

    La prevenzione

    “Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità”. L’affermazione tratta dall’opera di Sun Tzu, L’arte della guerra, ci ricorda che, anche in medicina, la prevenzione è la strategia più importante per mantenere l’integrità del nostro organismo.

    Dovremmo preoccuparci dunque di costruire innanzitutto una solida difesa contro le aggressioni esterne, adottando uno stile di vita sano e misure protettive adeguate per i soggetti fragili, defedati; ma anche i soggetti sani possono diventare facile preda di affezioni alle vie respiratorie. Per tali ragioni è necessario adottare strategie che supportino le funzioni del nostro sistema immunitario.

    I sistemi di difesa

    Se il nostro apparato respiratorio fosse privo di meccanismi per rimuovere e neutralizzare le particelle e i germi presenti nell’aria che respiriamo, i polmoni sarebbero costantemente esposti al rischio di invasione.

    Il principale sistema di difesa localizzato a livello dei bronchi garantisce la purificazione di gas, vapori, fumo e particelle mediante il sistema muco-ciliare e il riflesso della tosse. Il muco, sostanza viscosa secreta dalle ghiandole mucose e dalle cellule caliciformi presenti tra le cellule di rivestimento dei bronchi, lubrifica e protegge le superfici mucose, sequestrando ed eliminando particelle e germi pericolosi per la salute.1

    Gli integratori

    Alcuni integratori alimentari a base di estratti vegetali possono rappresentare un valido supporto per mantenere la funzione delle difese naturali e proteggere le vie aeree, contribuendo a prevenire i disturbi da raffreddamento.

    In particolare il sambuco è raccomandato già da Galeno per la funzionalità delle vie respiratorie e la fluidità delle secrezioni bronchiali. I suoi frutti sono ricchi di tannini, acidi organici, flavonoidi e vitamine (A, B2, acido folico, C). Le antocianine, che conferiscono la caratteristica colorazione nero-violacea alle bacche, sono dotate di proprietà antiossidanti che risultano utili per contrastare lo stress ossidativo. Grazie alla sua ricchezza in vitamina C, zinco, antocianine e alcune lectine, protegge le cellule dall’aggressione degli agenti esterni.2


    1 Kageyama T. et al., Physiological and immunological barriers in lung. Semin Immunopatol. 2024 Jan;45(4-6):533-547.

    Mlynarczyk K. et al., Bioactive properties of Sambucus nigra: as a functional ingredient for food and pharmaceutical industry. J Funct Foods. 2018 Jan;40:377-390.

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  • Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Aminoacidi essenziali per contrastare la fragilità dell’anziano

    Un approccio integrato per preservare massa e forza muscolare nella terza età

    Una vita lunga e in salute è favorita da un insieme di fattori genetici, familiari, comportamentali, culturali e sociali, e gli stili di vita giocano un ruolo fondamentale. Anche se il codice genetico può svolgere un ruolo positivo nei confronti della durata della vita, sono infatti soprattutto le scelte individuali a condizionare la piena valorizzazione del potenziale biologico di ciascuno.

    Fragilità

    La fisiologia dell’uomo mette in evidenza che già dopo i 30 anni inizia lentamente una flessione della capacità funzionale di gran parte degli organi e apparati dell’organismo: iniziano a ridursi la massa muscolare, la resistenza allo sforzo, l’efficienza del metabolismo, la solidità delle ossa, il livello di difesa immunitario nei confronti delle aggressioni esterne la forza di contrazione del cuore, la biodiversità del microbiota, la capacità di filtrazione glomerulare, l’abilità di far fronte a condizioni di stress e molto altro ancora.

    Si viene in tal modo a creare una condizione di fragilità che favorisce la predisposizione a una maggiore incidenza di alcune patologie e in particolare delle malattie cardiometaboliche, dell’apparato gastrointestinale, del processo artrosico, dell’osteoporosi, del diabete, delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale, delle situazioni di fragilità della donna legate al passaggio dall’età feconda alla menopausa.

    Tra tutte le fragilità, una cattiva gestione della naturale perdita di massa e forza muscolare, può portare all’instaurarsi di sarcopenia.1

    Sarcopenia

    Il termine “sarcopenia” indica la perdita di massa muscolare che si manifesta con l’invecchiamento e comporta la progressiva riduzione della forza muscolare, con la conseguente sensazione di fatica che genera un circolo vizioso legato alla inevitabile riduzione dell’attività motoria che provoca un’ulteriore perdita di massa muscolare.

    Questo circolo vizioso genera il progressivo aggravamento della sarcopenia. In aggiunta, la riduzione della massa e della forza muscolare comporta un maggior rischio di caduta con possibile disabilità conseguente.2

    Raccomandazioni per un invecchiamento attivo

    La prevenzione e la correzione delle manifestazioni del declino funzionale dell’organismo richiedono l’approccio integrato in diverse misure:3

    1. consumare cibi ricchi di energia, scegliendo alimenti freschi e crudi, di stagione, privilegiando verdura, frutta, pesce, assicurando un apporto proteico adeguato;
    2. mantenere un adeguato livello di attività fisica;
    3. tenere allenate le funzioni cognitive, in particolare l’attenzione e la memoria, accettando nuove sfide, idee, esperienze e modi di pensare, non trascurando l’importanza della socializzazione;
    4. assumere sostanze nutraceutiche con effetto favorevole sui meccanismi ossido-riduttivi (ad esempio glutatione e papaia fermentata);
    5. garantire un apporto adeguato di aminoacidi essenziali adeguatamente miscelati.

    Integrazione con aminoacidi essenziali

    Per prevenire e rallentare la condizione di sarcopenia, miscele di aminoacidi essenziali e non essenziali nel giusto rapporto, secondo le indicazioni della World Health Organization (WHO), rappresentano una sorgente indispensabile per la sintesi di proteine di massimo valore biologico che sostengono la massa magra e la funzionalità muscolare, senza produrre scorie azotate.

    Tale supplementazione è consigliata in tutte le situazioni di fragilità, partendo dall’assunto che la sintesi proteica rende possibile qualunque attività del nostro organismo, in particolare in caso di malnutrizione nei periodi di allettamento prolungato, o in situazione di comorbidità e per contrastare in generale la perdita di massa magra.

    Uno studio controllato ha esaminato gli effetti sulla massa magra e sulla funzionalità muscolare, dopo la supplementazione con aminoacidi essenziali (15 g al giorno) in soggetti anziani, durante 10 giorni di allettamento obbligato. La ricerca ha evidenziato la possibilità di preservare la massa e la funzione muscolare con la supplementazione di aminoacidi essenziali.4

    Uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in pazienti ambulatoriali anziani con insufficienza cardiaca cronica ha dimostrato come l’integrazione di aminoacidi essenziali per via orale, insieme alla terapia farmacologica standard, possa aumentare la capacità di esercizio, migliorando la funzione circolatoria e ottimizzando il consumo di ossigeno e dando un vantaggio sul recupero di massa e forza muscolare.5

    La sarcopenia può a sua volta avere ricadute negative sull’efficienza del sistema immunitario con conseguente rischio di infezioni, rallentamento nella guarigione delle ferite e delle ulcere da decubito. Basti considerare che una perdita di massa magra del 40%, come avviene per esempio in soggetti allettati per polmonite, aumenta significativamente il rischio di morte.

    Intervenire con la nutraceutica, attraverso il ricorso a miscele aminoacidiche che combinino aminoacidi essenziali e non essenziali nei giusti rapporti, può migliorare la performance e la qualità della vita anche in soggetti sarcopenici trattati con terapia farmacologica.6

    Stili di vita, abitudini alimentari, attività fisica, adeguatamente associate al ricorso di miscele aminoacidiche, aiutano a rallentare il processo che dalla fragilità porta alla sarcopenia.


    1 Chen X. Et al., Frailty syndrome: an overview. Cln Interv Aging. 2014 Mar 19;9:433-41.

    2 Santilli V. et al., Clinical definition of sarcopenia. Clin Cases Miner Bone Metab. 2014 Sep;11(3):177-80.

    3 Morley JE et al. Nutritional recommendations for the management of sarcopenia. J Am Med Dir Assoc. 2010 Jul;11(6):391-6.

    4 Ferrando AA et al., EAA supplementation to increase nitrogen intake improves muscle function during bed rest in the elderly. Clin Nutr. 2010 Feb;29(1):18-23.
    WHO, Protein and amino acid requirements in human nutrition. United Nations University, Technical Report Series 935, 2002.

    5 Aquilani R, Viglio S, Iadarola P, et al. Oral amino acid supplements improve exercise capacities in elderly patients with chronic heart failure. Am J Cardiol 2008;101:104-10.

    6 Paddon-Jones D, Sheffield-Moore M, Urban RJ, et al. Essential amino acid and carbohydrate supplementation ameliorates muscle protein loss in humans during 28 days bedrest. J Clin Endocrinol Metab 2004;89:4351-8.

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  • Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Colesterolo elevato e rischio cardiometabolico

    Stile di vita, alimentazione e integrazione nutraceutica per il benessere delle arterie

    Ognuno di noi ha l’età delle proprie arterie. Uno stile di vita che minimizzi lo stress e lasci il giusto spazio al sonno notturno, un’alimentazione povera di grassi animali, la pratica regolare di attività motoria, il controllo della pressione arteriosa e dei grassi nel sangue, preservano l’integrità e la piena efficienza dell’apparato cardiometabolico. In particolare, alcuni integratori alimentari possono contribuire a mantenere il metabolismo dei grassi, riducendo in tal modo il rischio di disturbi cardiovascolari.

    Ipercolesterolemia come fattore di rischio

    Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali. Tra i fattori di rischio cardiovascolare che possono essere modificati, oltre allo stile di vita sedentario e all’alimentazione non salutare, uno dei principali è rappresentato dall’ipercolesterolemia.

    La frazione LDL del colesterolo totale è un fattore di rischio causale e cumulativo sul rischio cardiovascolare. Questo significa che ridurre di poco, ma per molto tempo, la frazione LDL del colesterolo ha un effetto migliore sulla prevenzione del rischio cardiovascolare rispetto a una riduzione più elevata ma per un intervallo di tempo più breve. 1

    Quando la concentrazione del colesterolo-LDL nel sangue è elevata, esso si deposita sulla parete delle arterie dove forma delle placche che ostruiscono lentamente i vasi, riducendo il flusso di sangue ai tessuti. Al contrario le HDL formano la frazione di colesterolo che favorisce la rimozione e la pulizia di grassi dalla parete vascolare.

    Una volta innescato il meccanismo della placca aterosclerotica, l’ossidazione dei grassi provocata dai radicali liberi altera la superficie interna dei vasi, innescando una reazione infiammatoria con il deposito di piastrine che porta alla formazione di piccoli trombi. Il flusso di sangue viene ulteriormente ridotto e nelle forme più gravi addirittura impedito. 2

    Consigli

    Si è calcolato che abbassando il colesterolo del 10% sulla popolazione generale, si ridurrebbe del 20-30% l’incidenza di malattie coronariche. Le misure consigliate3 per contribuire a tenere il colesterolo sotto controllo comprendono: 

    1. misurare il colesterolo;
    2. evitare il sovrappeso e l’obesità;
    3. ridurre gli zuccheri;
    4. limitare i grassi animali;
    5. seguire una dieta ricca di fibre;
    6. praticare attività fisica con regolarità;
    7. supportare il metabolismo dei grassi con il consumo di integratori alimentari.

    Di seguito, alcune sostanze utili per il controllo del colesterolo.

    Monacolina K e Bergamotto

    La Monacolina K, presente nel riso rosso fermentato, inibisce l’HMG-CoA reduttasi, l’enzima chiave nella sintesi del colesterolo.4 Il Bergamotto, agrume ricco di flavonoidi, mantiene il fisiologico metabolismo del colesterolo, limita il trasporto del colesterolo nel sangue, manifesta un’azione antiossidante, aumenta la biodisponibilità di Monacolina K. Il Bergamotto in associazione con la Monacolina K ha un’azione sinergica nell’inibire l’HMG-CoA reduttasi e limitare la sintesi epatica del colesterolo. 5

    Berberina

    La Berberina, alcaloide vegetale, favorisce il metabolismo del colesterolo. Aiuta a mantenere normali i livelli di colesterolo e a regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare. 6

    Coenzima Q10 e Vitamina K2

    Il Coenzima Q10, agisce inoltre sui radicali liberi e previene il danno da stress ossidativo. La Vitamina K2 aiuta a ridurre la formazione delle placche aterosclerotiche mobilizzando verso le ossa il calcio circolante. 7

    Mix di principi attivi

    Le società scientifiche tra cui ESC/EAS, Siaprect e altre raccomandano l’adozione di mix di attivi rispetto a prodotti con un solo componente funzionale, con tre obiettivi:

    • agire attraverso diversi meccanismi d’azione;
    • ottimizzare l’abbassamento dei livelli di colesterolo a opera di ciascun componente;
    • ridurre il dosaggio dei singoli attivi e ridurre di conseguenza gli eventuali eventi avversi degli stessi.

    Scelta dei principi attivi, qualità e tecnica farmaceutica sono elementi imprescindibili per avere un’offerta nutraceutica che si traduca in un risultato sul mantenimento dei lipidi plasmatici. 8

    Sulla base delle raccomandazioni della comunità scientifica, possiamo concludere dicendo che l’offerta nutraceutica trova un razionale d’uso nei soggetti con dislipidemie lievi e moderate e nei soggetti che, nonostante gli stili di vita corretti, non riescano ad arrivare ai target raccomandati di colesterolo LDL.


    1 Jama Cardiolo. Doi: 10.1001/jamacardio.2021.3508 – published online september 22.2021.

    2 Ibrahim MA et al., Hypercholesterolemia. 2023 Apr 23. In: StatPearls (Internet). Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024 Jan.

    3 Mach F et al. 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk. European Heart Journal, Volume 41, Issue 1, 1 January 2020, Pages 111–188.

    4 Minamizuka T. et al., Low dose red yeast rice with monacolin K lowers LDL cholesterol and blood pressure in Japanese with mild dyslipidemia: A multicenter, randomized trial. Asia Pac J Clin Nutr. 2021 Sep;30(3):424-435.

    5 Giglio RV. Et al., The effect of bergamot on dyslipidemia. Phytomedicine 2016 Oct 15;23(11):1175-81.

    6 Bertuccioli A. et al., Berberine and dyslipidemia: different applications and biopharmaceutical formulations without statin-like molecules – A meta-analysis. J Med Food. 2020 Feb 23(2):101-113.

    7 Banach M et al. The Role of Nutraceuticals in Statin Intolerant Patients. J Am Coll Cardiol. 2018, Jul 3;72(1):96-118.
    Cicero AFG et al. Lipid lowering nutraceuticals in clinical practice: position paper from an International Lipid. Expert Panel Arch Med Sci. 2017. 13, 5: 965–1005.
    Liu J et al. Chinese red yeast rice (Monascus purpureus) for primary hyperlipidemia: a meta-analysis of randomized controlled trials. Chinese Medicine. 2006, 1:4.

    8 Natale F. et al., Management of hypercholesterolemic subjects at low-to-moderate cardiovascular risk: when the nutraceuticals might be of help for the cardiologist: the MINICAR Study. Cardiologiaambulatoriale.eu 2023, 3: 285-298.

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  • Microbiota intestinale, benessere personale

    Microbiota intestinale, benessere personale

    Microbiota intestinale, benessere personale

    L’importanza di equilibrio e biodiversità del microbiota per la qualità della vita

    L’apparato gastrointestinale è colonizzato da microrganismi che vivono in simbiosi, ricavando nutrimento per sé stessi e assicurando numerosi benefici all’organismo ospite. L’insieme di questi microrganismi che rivestono la mucosa intestinale comprende miliardi di batteri, appartenenti a oltre 400 specie diverse in equilibrio tra loro, e forma un vero e proprio organo, definito “microbiota”.

    Il microbiota assicura numerose attività vitali:

    • protegge l’intestino dagli agenti esterni;
    • favorisce la digestione degli alimenti;
    • regola la funzione intestinale;
    • produce vitamine essenziali per la salute;
    • elimina scorie e sostanze potenzialmente dannose;
    • mantiene attive le difese del sistema immunitario, contribuendo in maniera determinante al ripristino e al mantenimento dello stato di salute e di benessere generale.

    “Microbioma” è invece la parola che indica la totalità dei geni dei nostri microbi. Nell’ultimo decennio, la biologia molecolare ha cominciato a svelare i segreti di questo universo invisibile.1

    Per saperne di più, scarica Il microbiota intestinale e il suo linguaggio, il Dizionario del Microbiota di Wellmicro

    Eubiosi e disbiosi

    Mentre l’eubiosi è la condizione di equilibrio del microbiota intestinale, favorevole allo stato di salute e benessere dell’organismo, la disbiosi è l’alterazione del microbiota fisiologico che viene sostituito da batteri patogeni (actinomiceti, streptomiceti, clostridi, Candida).

    La disbiosi presenta 3 caratteristiche:

    1. proliferazione di batteri, virus o funghi patogeni;
    2. perdita della biodiversità;
    3. perdita di batteri benefici.

    Si manifesta con disturbi gastrointestinali (alitosi, meteorismo, tensione addominale, alterazione del transito intestinale, intolleranze alimentari) e generali (stanchezza, ipereccitabilità, tensione muscolare, tensione alla testa, problemi dermatologici, disfunzioni urinarie, alterazione della funzione immunitaria, sovrappeso, alterazioni del metabolismo). Può essere corretta mediante opportune modificazioni dello stile di vita, delle abitudini alimentari e con l’assunzione di probiotici.2

    Introduzione del Prof. Giovanni Marasco alle strategie per mantenere in equilibrio il microbiota, da prima della nascita fino all’età avanzata

    Conoscere il proprio microbiota

    L’essere umano e il suo microbiota sono un tutt’uno, pertanto la cura di sé deve tenere in considerazione l’importanza dell’intestino, dove il microbiota costituisce la chiave di volta per la salute e il benessere.

    Attualmente è possibile, a partire da un campione fecale, eseguire un’analisi completa e personalizzata della composizione batterica e micotica del microbiota. Conoscere la composizione del proprio microbiota intestinale diventa uno strumento chiave per pianificare un corretto approccio nutrizionale personalizzato, al fine di preservare o migliorare lo stato di salute.

    Una maggiore comprensione del microbiota intestinale può guidare verso una dieta mirata e consapevole. Alcuni alimenti, infatti, come i fermentati o quelli ricchi di fibre, favoriscono la crescita di batteri benefici per la salute, mentre una dieta povera di nutrienti essenziali potrebbe favorire lo squilibrio del microbiota.

    In caso di disbiosi, inoltre, l’analisi del microbiota contribuisce alla scelta personalizzata di probiotici, per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale.3


    1 Thursby E., Juge N., Introduction to the human gut microbiota. Biochem J. 2017 May 16;474(11)1823-1836.

    2 Iebba V. et al., Eubiosis and dysbiosis: the two sides of the microbiota. New Microbiol. 2016 Jan;39(1):1-12.

    3 Thomas V. et al., Fecal microbioma analysis: an overview of sample collection methods and sequencing strategies. Future Microbiol. 2015;10(9):1485-504.

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