Evitare e ridurre i fattori di rischio di malattie cardio-metaboliche per un invecchiamento in salute

Evitare e ridurre i fattori di rischio di malattie cardio-metaboliche per un invecchiamento in salute

Strategie di prevenzione per contrastare il “colesterolo cattivo”

La diffusione delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica ha raggiunto picchi preoccupanti ed è la conseguenza del cambiamento rapido e profondo dello stile di vita nei Paesi industrializzati, rispetto alle abitudini ancestrali acquisite lentamente nel corso dell’evoluzione dell’essere umano.

L’adozione di uno stile di vita che preservi l’integrità cardiaca e vascolare rappresenta un fattore protettivo fondamentale. Alcuni integratori alimentari possono contribuire a controllare i fattori di rischio.

Cuore, sole del microcosmo1

Dal primo battito di ciglia, fino all’ultimo respiro, il cuore non cessa di battere per un momento, assicurando la vita con il suo lavoro incessante. Il ruolo fondamentale di pompa svolto dal cuore, che immette il sangue nelle arterie consentendo la perfusione di tutti gli organi, viene compreso completamente dal medico inglese William Harvey (1578-1657), che per primo descrive il funzionamento del cuore paragonandolo al sole che assicura calore, luce e vita alla Terra.

La consapevolezza dell’importanza vitale del cuore è confermata nella nostra epoca dalla vulnerabilità di tale organo, vittima del nostro stile di vita, tanto che i dati relativi alla causa di morte nei Paesi occidentali vedono al primo posto proprio le affezioni cardiovascolari.

Malattie cardiovascolari e sindrome metabolica

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali e in Italia sono responsabili del 44% di tutti i decessi. Il 23,5% dell’intera spesa farmaceutica italiana è destinato alla prevenzione, cura e riabilitazione delle affezioni cardiovascolari. Le forme cliniche più frequenti comprendono infarto del miocardio e ictus cerebrale.2

La sindrome metabolica è una condizione clinica descritta nel 1988 da G.M. Reaven e chiamata inizialmente “sindrome X”. Oggi, la sindrome metabolica viene diagnosticata in presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio:

  • obesità addominale,
  • ipertrigliceridemia,
  • bassi livelli di colesterolo HDL, 
  • ipertensione arteriosa, 
  • iperglicemia. 

Gli epidemiologi stimano che il 25% della popolazione adulta degli USA e il 15% degli europei rispondano ai criteri diagnostici della sindrome metabolica, con un aumento progressivo della frequenza sia nell’età adulta che in quella senile. Il fenomeno va assumendo sempre più le dimensioni di una vera e propria pandemia non infettiva.3

Il “colesterolo cattivo” come fattore di rischio4

Il colesterolo è un componente del sangue di importanza vitale, dotato di molteplici funzioni. È elemento costitutivo della membrana di tutte le cellule e del rivestimento di mielina che ricopre i nervi. È indispensabile per la formazione dei sali biliari, della vitamina D e di molti ormoni.

Già alla fine degli anni Settanta si era giunti alla conclusione che un’elevata concentrazione di colesterolo nel sangue fosse uno dei principali fattori di rischio per le affezioni cardiovascolari. Negli anni successivi tale rischio è stato differenziato in base al rapporto tra le frazioni del colesterolo “buono” legato alle proteine HDL (High Density Lipoproteins) e del colesterolo “cattivo” trasportato dalle proteine LDL (Low Density Lipoproteins). Alti livelli di HDL manifestano, infatti, un ruolo protettivo nei confronti di cuore e vasi, mentre valori elevati di LDL comportano un rischio diretto di malattie cardiovascolari.

Secondo la Società Europea dell’Arteriosclerosi, i valori medi ottimali di colesterolo nel sangue devono essere inferiori a 200 mg/100 mL per l’adulto e inferiori a 160 mg/100 mL per i bambini.

Come prevenire i fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica5

La strategia più importante di prevenzione dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica si basa sullo stile di vita e su un’alimentazione corretta e comprende:

  • controllare periodicamente peso, glicemia e assetto lipidico nel sangue; 
  • evitare l’eccesso di peso;
  • ridurre il consumo di zuccheri o carboidrati semplici (pane bianco, farinacei, prodotti da forno, dolci);
  • aumentare il consumo di zuccheri o carboidrati complessi (cereali integrali, verdura, frutta);
  • consumare alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi (olio d’oliva, pesce);
  • limitare il consumo di alimenti di origine animale, che contengono molti grassi saturi; 
  • seguire una dieta ricca di fibre vegetali (verdura e frutta), che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo;
  • non fumare;
  • evitare le condizioni di stress;
  • aumentare il consumo di alimenti ricchi di antiossidanti;
  • praticare regolarmente e con costanza attività motoria;
  • controllare i valori della pressione arteriosa;
  • mantenere una buona qualità del sonno.

1 Fonte: Gaidai O et al, Global cardiovascular diseases death rate prediction. Curr Probl Cardiol. 2023 May;48(5):101622.
2 Fonte: Woodruff RC et al, Trends in cardiovascular disease mortality rates and excess deaths, 2010-2020. Am J Prev Med. 2024 Apr;66(4):582-589.
3 Fonte: Lemieux I, Despres J-P, Metabolic syndrome: past, present and future. Nutrients. 2020 Nov 14;12(11):3501.
4 Fonte: Linee guida ESC/EAS 2019 per la gestione delle dislipidemie. European Heart Journal. 2019.
5 Fonte: Pérez-Martinez P et al, Lifestyle recommendations for the prevention and management of metabolic syndrome: an international panel recommendation. Nutr Rev. 2017 May 1;75(5):307-326.


Ne abbiamo parlato con il Prof. Arrigo Francesco Giuseppe Cicero:

Conosci i 7 fondamenti della prevenzione per invecchiare in salute?

Sono contenuti nel Manifesto per una longevità sana realizzato nell’ambito del progetto Wellongevity.

Approfondisci